Dalla prima metà del Seicento, l’Antica Farmacia dei Frati Carmelitani sorge accanto allo storico convento e alla Chiesa di Sant’Anna. Prodotti naturali e una tradizione tramandata di mano in mano, un luogo affascinante sconosciuto a molti genovesi
Dalla centralissima Piazza Corvetto, ci vuole un secondo… Così vicina a Corso Magenta e a portata di bus, o di ascensore, come si preferisce: l’Antica Farmacia di Sant’Anna è un piccolo gioiellino nel cuore di Genova, così centrale e ben raggiungibile, ma allo stesso tempo nascosta e defilata. E anche per questa sua collocazione quest’antica farmacia è così speciale: sita sulla sommità del poggio di Bachernia, dotata di splendida vista sul Porto e sulla città vecchia, l’Erboristeria di Sant’Anna si trova nell’omonima piazzetta, nel quartiere diCastelletto, presso il convento dei Frati Carmelitani Scalzi di Genova.
Luogo appartato, è poco conosciuto da molti genovesi, che non sono soliti frequentare né il bel convento, né tantomeno la farmacia: una vera anomalia, data la bellezza e la “spiritualità” della zona e dato che sia il convento che l’erboristeria sono entrambi ben segnalati (si pensi che soprattutto quest’ultima gode di due accessi distinti, uno percorrendo Salita Superiore S. Anna o l’omonima scalinata, l’altro attraverso l’ascensore personale della farmacia, a metà della galleria dell’ascensore AMT di Corso Magenta/Via Crocco). Proprio per ovviare a questo problema, da qualche anno il convento e tutte le attività che vi girano attorno –su tutte, l’Erboristeria- si sono aperte sempre di più verso l’esterno, allo scopo di far conoscere il loro modus operandi e instaurare una comunicazione con un numero crescente di persone.
Siamo andati a fare una passeggiata a Castelletto, per farvi conoscere questo piccolo angolo di città e abbiamo incontrato Frate Ezio, l’erborista dei Frati Carmelitani Scalzi.
ANTICA FARMACIA ERBORISTICA DI SANT’ANNA – LA STORIA

Nonostante gli impegni “istituzionali” dettati dall’imminenza delle festività pasquali, Frate Ezio riesce a riceverci e a farci visitare l’erboristeria. Censita tra le botteghe storiche del Comune di Genova, vanta il primato di essere la più antica bottega della Superba oggi esistente ad aver mantenuto sempre lo stesso proprietario. Ad accoglierci, un putto in legno recante l’insegna latina che è diventata motto dell’erboristeria: “Nos medicinam paramus, Deus dat nobis salutem”, ovvero “Noi prepariamo le medicine, Dio ci da la salute”. Gli arredi originali secenteschi sono semplici e lineari: pochi i fronzoli, niente di monumentale, ma tutto sembra lo stesso così maestoso. Tra i mortai provenienti dall’Africa, i pestelli, i macinini e le antiche bilance genovesi, anche una serie di vasi e contenitori che, a dispetto delle sembianze antiche, non sono originali ma sono stati sostituiti di recente, in conseguenza a un furto che negli anni ’70 ha privato la farmacia di molti suoi arredi.
Difficile datare con precisione la creazione della farmacia: all’inizio il convento non aveva una sala adibita a questo uso. Si presume ci fosse soltanto un frate con conoscenze medico-erboristiche, che si occupa della cura dei suoi fratelli e pian piano ha iniziato a elargire le sue cure e i suoi rimedi anche ai contadini delle zone limitrofe, che mostravano di interessarsi all’attività del frate. Pian piano, visto il crescente riscontro, si è sentita l’esigenza di istituzionalizzare questa attività e di dotare l’”erborista” di una stanza personale, che negli anni si è ampliata fino a diventare una “speziaria” prima, e poi una vera farmacia. I primi documenti storici parrebbero risalire alla metà del 1600, ma tracce documentate e affidabili di una “farmacopea” gestita dai Carmelitani Scalzi a Genova si riscontrano dal 1778: in quell’anno fu firmata una convenzione tra il medico Lorenzo Robello e i religiosi in merito alla “speziaria” del convento, in cui Robello si impegnava, su pagamento di un salario di 130 lire, a prestare al convento i suoi servizi di chirurgo e speziale.

Frate Ezio due volte a settimana, lunedì e mercoledì, riceve chiunque si presenti per chiedere consigli sui medicamenti e la loro corretta somministrazione. Nonostante non sia un giorno di visita, ci accoglie calorosamente, raccontandoci del suo lavoro di erborista:
«Storia e medicina, natura e cultura: tutto si fonde qui nei nostri luoghi. Il mio lavoro di frate-erborista è molto vario e va dal reperire le materie prime, alla lavorazione dei prodotti, al metterli nei flaconi: abbiamo un vero e proprio laboratorio -in regola con le norme igieniche imposte a tutti i locali di questo genere e dotato di apposita strumentazione-, in cui seguiamo le varie fasi di produzione e inscatolamento. Quello che faccio l’ho dovuto imparare qui dentro: grazie alla mia precedente formazione scientifica (di perito chimico prima, di ingegnere chimico poi) sono stato scelto come erborista del convento, ma non avevo vere e proprie basi, quindi mi sono dovuto iscrivere di nuovo all’Università per frequentare i corsi della Facoltà di Farmacia».
Nonostante il complesso religioso di Sant’Anna mantenga ancora la funzione originaria di luogo di preghiera, ha cercato di restare al passo con i tempi, tanto che da qualche tempo i frati hanno iniziato a organizzare una serie di eventi a tema, in cui vengono dati consigli per la cura e la prevenzione di disturbi di salute. Inoltre, sempre a testimonianza di questa rinnovata volontà di comunicare con l’esterno, anche un sito web e una newsletter mensile, per seguire i consigli dei frati. Non solo: i Carmelitani sono approdati anche su Facebook e Frate Ezio, vero mago del computer –forse in virtù della sua formazione da ingegnere?-, e non è rimasto immune al fascino dei social network. Lo trovate, oltre che su Facebook, su Skype e Twitter.
«La nostra farmacia ha guadagnato e mantenuto nei secoli la fama di cui gode tutt’oggi. Per questo, consapevoli della nostra ricchezza, abbiamo deciso di aprirci sempre di più alle visite (anche visite guidate di scolaresche e gruppi), per far conoscere la bellezza dei nostri luoghi e la forza dei nostri prodotti a tutti coloro che sono interessati. Il fatto di essere in una posizione un po’ defilata limita la nostra comunicazione con l’esterno (mi è capitato di incontrare ultra-sessantenni di Castelletto che non avevano mai sentito parlare dell’Erboristeria!), e chi viene qui lo fa appositamente, perché già ci conosce. Ma questo essere un po’ isolati è anche un punto di forza: chi viene qui per chiedermi consigli di salute, spesso mi dice di sentirsi già meglio grazie al ristoro, al silenzio e alla pace di questi luoghi».
LE TECNICHE E I PRODOTTI

Lo scopo è conservare il sapore originale delle materie utilizzate, senza viziarlo con gli ulteriori raffinamenti alimentari cui oggi siamo abituati. Sciroppi, liquori, acque, caramelle, miele, infusi e tisane, marmellate, a base di menta, lamponi, more, tamarindo, fiore d’arancio, melissa: il tutto viene realizzato sfruttando i principi attivi delle piante e seguendo i dettami della medicina curativa formulati dal dottor Le Roy all’inizio del 1800 circa il metodo depurativo . Più che un “negozio”, una pausa dalla frenesia del quotidiano, verso la riscoperta della vita naturale, per la cura di spirito e corpo. «Molti restano perplessi, ma curiamo anche la bellezza del corpo. Per questo, la nostra linea cosmetica: pochi prodotti, ma in grado di coprire il 99,9 per cento delle richieste. Tra i vari preparati, tutti ottimi, ma quelli che ci stanno ”più a cuore” sono la nostra Acqua di Sant’Anna, profumo naturale, miscela di diversi olii essenziali che sta in rapporto con i profumi creati chimicamente come una nota sta a una sinfonia. Abbiamo mantenuto l’uso antico della confezione da un litro, in voga nel Seicento quando l’igiene era piuttosto trascurata e le persone – piuttosto che lavarsi – usavano profumarsi… Inoltre, la linea di prodotti alla rosa, tipicamente “genovese”».




