RICINO (Ricinus communis)

USI CONSIGLIATI

Salute

Diarrea per avvelenamento alimentare, stitichezza cronica, geloni, seborrea.

Bellezza

Brillantina per rinforzare i capelli, lozione contro la forfora.

Casa e giardino

Olio per lampade, saponi, colori a olio, vernici, lubrificante concime per il bestiame.

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DESCRIZIONE

Il Ricino è una pianta annuale o perenne molto variabile, appartenente alla famiglia delle Euforbiacee. Era conosciuto già dagli Egizi che ne utilizzavano l’olio dei semi per la preparazione di unguenti e per l’illuminazione. Originario dell’India e dell’Africa tropicale, fu poi diffuso in tutte le regioni tropicali e in molte zone temperate. Oggi è coltivato su scala commerciale in molti paesi, specialmente in America meridionale, India, Africa e Italia. Il Ricino può essere coltivato abbastanza facilmente in appartamento nelle aree settentrionali temperate-fredde, o all’aperto in luoghi protetti da possibili gelate. La specie comprende numerose varietà che differiscono per il colore del fusto, delle nervature, delle capsule e dei semi.

Principi attivi

La maggior parte dei principi attivi sono contenuti nel seme: proteine (fino al 26%), olio fissato (fino al 50%) contenente acidi ricinoleico, oleico, linoleico, stearico e idrossistearico. La sostanza proteica ricina (una tossialbumina) è contenuta nel seme intero e lo rende pericolosamente velenoso, mortale se ingerito.

Aspetto e crescita

Pianta annua o perenne, spontanea, che cresce bene in terreni argillosi e sabbiosi, ben drenati e in piena insolazione, ma deve essere protetta dalle gelate invernali. Possiede una radice fittonante, dalla quale si sviluppa un fusto eretto, che può raggiungere un’altezza di 2,50 m circa (ai tropici può raggiungere 8-10 m), è robusto, liscio, cavo all’interno e presenta numerose ramificazioni. Le foglie lucide, di colore verde e sfumate in rosso-bruno, sono disposte in posizione alternata, ancorate al fusto mediante un lungo peduncolo, sono palmato-lobate, formate da cinque a undici lobi lanceolati con margine acuto-dentato. I fiori, che compaiono da maggio a settembre, sono costituiti da infiorescenze a racemo terminali o laterali, e si distinguono in femminili e maschili, quelli femminili si trovano nella parte superiore del racemo, mentre quelli maschili nella parte inferiore. I frutti sono costituiti da una capsula liscia o spinosa, trilobata, contenente tre semi di forma ovoidale. Questi ultimi sono velenosi e possono causare la morte se ingeriti. La pianta di ricino si riproduce piantando il seme sotto vetro all’inizio della primavera e trapiantandolo in estate.

Raccolta e conservazione

I frutti si raccolgono dopo la maturazione (autunno), estrarre i semi e conservarli in sacchi di tela in luogo asciutto e lontano dall’umidità. Come tutti i semi oleosi sono soggetti a irrancidimento.

PROPRIETÀ

Il Ricino è conosciuto quasi esclusivamente per le sue ottime ed efficaci proprietà lassative e purgative, viene, infatti, utilizzato per la cura della stitichezza cronica, ma anche per forme di diarrea acuta dovuta ad avvelenamento alimentare. Il Ricino possiede, però anche altre virtù curative, purtroppo conosciute solo da pochi, per uso esterno sono un ottimo emolliente efficace nella cura dei geloni, inoltre lenisce le irritazioni oftalmiche, favorisce la crescita dei capelli e rallenta la formazione della forfora.

Parti utilizzate

Il prodotto farmacologicamente attivo della pianta di ricino è l’olio che è estratto dai semi mediante spremitura a freddo. Si può acquistare già pronto per l’uso in farmacia e in erboristeria.

Preparazioni

• Olio di Ricino: come si è detto, si acquista già pronto nelle farmacie e nelle erboristerie, seguire attentamente le indicazioni del farmacista o del medico. Per via del pessimo sapore, sarà meno sgradevole aggiungendo sul cucchiaio del caffè, e masticando subito dopo l’ingestione, un pezzo di pane. In alternativa, si consiglia di emulsionarlo con succo di lampone, arancia o limone, oppure con birra o tè.

Salute

• Diarrea acuta per avvelenamento alimentare, stitichezza cronica: assumere all’occorrenza l’olio nelle seguenti dosi: per un’azione lassativa prenderne 2-10 g al giorno, per ottenere un’azione più decisiva somministrarne 8-10 g ai bambini, mentre nella dose di 20, 30, 40 g è purgativo per gli adulti, queste quantità sono sufficienti per provocare un’evacuazione dalle due alle quattro ore successive alla somministrazione. In caso di assunzioni di dosi eccessive consultare immediatamente il medico.

• Geloni: scaldare in vasetto di vetro, a fuoco lento e a bagnomaria, 200 g circa di olio di ricino, aggiungere 2-5 gocce di olio essenziale di bergamotto o di lavanda e 5 g di canfora. Mescolare bene fino a quando tutti gli ingredienti sono disciolti completamente e ben amalgamati, togliere quindi dal fuoco e lasciare raffreddare. Utilizzare la miscela così preparata per praticare frizioni sulle zone interessate almeno due volte al giorno.

• Seborrea: applicare sul cuoio capelluto la seguente pomata, versare in un vasetto di vetro 15 g di olio di Ricino, 35 g di midollo di bue e 5 g di tintura di benzoino. Mescolare bene e far scaldare a fuoco lento a bagnomaria fino a quando non si ottiene una pasta densa e cremosa, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. Usare la pomata per fare frizioni al cuoio capelluto una volta al giorno.

Avvertenze

Si ricorda che i semi interi sono velenosi, non vanno assolutamente ingeriti (ne basta dieci per uccidere un uomo e 3-4 per uccidere un bambino). In caso d’ingerimento cercare di provocare il vomito e rivolgersi immediatamente a un medico. L’olio è un purgante blando che tuttavia non è tollerato da tutti. Non si devono mai usare le dosi consigliate, altrimenti possono insorgere coliche dolorose.

Bellezza

• Brillantina per rinforzare i capelli: miscelare bene i seguenti ingredienti: 20 g di olio di Ricino, 15 g di olio di Oliva e 20 g di Acqua di Colonia. Mescolare energicamente fino a ottenere un gel omogeneo, applicare quindi, una volta al giorno, la brillantina sui capelli, per renderli più lucidi, per preservarli dalla forfora e per rinforzare i bulbi piliferi.

• Lozione contro la forfora: raccogliere un bel mezzo di foglie di ortica fresca, sistemarle in un asciugamano pulito di tela leggera, quindi torcerlo sopra un recipiente per raccoglierne il succo. Mescolare quindi 100 g di questo succo di foglie con 40 g di olio di ricino fino ad ottenere una miscela omogenea. Utilizzare la lozione così ottenuta per frizionare il cuoio capelluto tre volte al giorno.

CURIOSITÀ

Nell’antichità l’uso principale cui era destinata la pianta di Ricino pare fosse di produrre olio dai semi, che era poi impiegato per l’illuminazione. Ancora oggi se possediamo in casa una boccettina di olio di Ricino che non usiamo più, possiamo utilizzarla per accendere lampade a olio nel nostro giardino, oppure sul balcone. Esposto all’aria, l’olio di Ricino irrancidisce con facilità, però non essicca mai completamente, è molto viscoso, resistente bene ad alte e basse temperature, è poco infiammabile e per queste sue proprietà trova impiego come lubrificante per motori d’aeroplani, d’automobili da corsa e di meccanismi di precisione in genere. È altresì usato per ammorbidire il cuoio, nell’industria dei saponi, dei coloranti ecc. Dagli steli della pianta macerati si ottengono fibre che sono utilizzate per fare corde e tessuti di poco pregio. I pannelli di ricino, cioè quei pani rotondi o quadrati ottenuti comprimendo il residuo della spremitura dei semi, sono utilizzati come concime. Anche le capsule, infine, dopo essere bruciate sono utilizzate come fertilizzante.

CURIOSITÀ

Numerose sono le sostanze velenose contenute nei semi di ricino: ricinoleina, ricina, ricinina e altre. Tutti questi composti tossici però non passano nell’olio, perché sono trattenuti dalle scorie durante la pressione e la spremitura dei semi: è questa la ragione per cui i semi di ricino, a differenza dell’olio, sono velenosi.