EQUISETO (Equisetum arvense)

USI CONSIGLIATI

Salute

Emorragie da ulcere, emorragie emorroidali, uterine e di varia natura, epitassi, deficit minerale, ferite, foruncoli, fratture ossee, gengiviti, gola arrossata e infiammata, idropisia, infiammazioni e irritazioni della pelle, mestruazioni troppo abbondanti, piaghe, ritenzioni di liquidi, ulcere aftose, ulcere varicose

Bellezza

Bagno rassodante, rinfrescante e remineralizzante, per rinforzare le unghie fragili.

Casa e giardino

Per pulire le pentole, tintura naturale gialla panna.

Cucina

Verdura cotta, impanata e fritta

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DESCRIZIONE

L’Equiseto è una pianta erbacea molto antica conosciuta dai farmacisti del Medioevo con il nome di cauda equina o “Coda Cavallina”, ancora oggi così chiamata, pare inoltre che questa pianta sia una delle poche erbe che durante che durante il corso dei secoli non ha subito trasformazioni ed è giunta sino a noi così com’era qualche millennio fa, per questo motivo può essere considerata come un fossile vivente, l’Equiseto appartiene alla famiglia delle Equisetacee e al gruppo delle felci (Pteridofite (e trova le sue origini in Europa, oggi è coltivato limitatamente nell’Europa orientale. In Italia si trova facilmente dalla regione mediterranea a quella subalpina.

Principi attivi

Contiene acido salicilico e composti silicici idrosolubili, Sali di potassio, saponine, fitosterolo, flavonoidi, acido aconitico, tracce di alcaloidi, nicotina, pulustrina e palustrinina, vitamina C, tannini, resina, acido malico e gallico.

Aspetto e crescita

Pianta erbacea perenne, spontanea, l’Equiseto cresce preferibilmente in terreni pietrosi, incolti e umidi, è facili trovarlo sulle sponde dei fiumi, vicino ai torrenti e in tutti i luoghi ricchi di acqua. Possiede un lungo e sottile rizoma strisciante, notevolmente ramificato, da quest’ultimo nella stagione primaverile si originano dapprima i fusti fertili e solo dopo di quelli sterili. Quelli fertili, nodosi, alti 15-30 cm circa, sono semplici e senza ramificazione, di colore giallo-bruno, biancastri o bianco-rossicci (perché sprovvisti di clorofilla), alla sommità apicale portano gli sporangi, formanti una spiga conica di colore giallo ocra. I fusti sterili sono cilindrici ed esili, molto ramificati, con rametti che partono da ciascun nodo, sono di colore verde scuro (grazie alla presenza della clorofilla) con foglie squamose saldate al fusto come un collare. L’Equiseto non possiede vere e proprie foglie, ma sia i fusti sterili sia quelli fertili presentano, a livello di ciascun nodo, una guaina campanulata terminante con numerosi denti lanceolato-acuminati, gli Equiseti sono inoltre privi di fiori, solamente all’apice dei fusti fertili si trova una spiga ovale composta di numerosi sporangi nei quali si sviluppano le spore che permettono la riproduzione della pianta. Si riproduce facilmente con rizomi striscianti e spore trasportate dal vento.

Raccolta e conservazione

Raccogliere i fusti sterili in maggio-luglio quando son ben sviluppati, tagliandoli 5-10 cm al di sopra del terreno, raccogliere i fusti fertili il prima possibile senza attendere il pieno sviluppo degli sporangi. I fusti fertili si consumano freschi, quelli sterili si fanno invece essiccare al sole sopra un foglio di carta. Conservare in sacchetti di carta al riparo da polvere e umidità.

PROPRIETÀ

L’Equiseto o Coda Cavallina possiede molteplici proprietà medicinali: grazie al suo elevato contenuto di salice e Sali di potassio svolge un’importante funzione remineralizzante per l’intero organismo. L’acido salicilico che contiene contribuisce ad aumentare l’elasticità dei tessuti e partecipa alla ricostruzione dello scheletro, rendendosi così utile nella cura di fratture ossee, e svolgendo inoltre un’ottima azione cicatrizzante e astringente. Per via interna è un efficacissimo diuretico e depurativo, aumenta, infatti, il volume delle urine in caso di ritenzioni di liquidi e idropisia, svolge un’azione antiemorragica in caso di emorragie di qualsiasi natura (emorragie da ulcere, mestruazioni troppo abbondanti, emorragie emorroidali e uterine, epitassi, ecc.). Possiede infine particolari proprietà emopoietiche, cioè è in grado di stimolare la produzione di globuli rossi e bianchi, assai utili in caso d’infezioni e malattie in corso.

Parti utilizzate

A scopo medicinale sono impiegati i fusti sterili essiccati e il succo fresco della pianta.

Preparazioni

Decotto per uso interno: far bollire, per 30-35 minuti circa, in 500 ml di acqua 50-60 g di pianta essiccata e sminuzzata, togliere dal fuoco e lasciare riposare per 2-3 ore, quindi colare. La dose consigliata è 2-3 tazze al giorno.

Polvere: pestare in un mortaio, fino a ottenere una polvere fine, i fusticini sterili di Equiseto essiccati, assumerne da 1-2 g prima dei pasti.

Succo della pianta fresca: centrifugare la quantità desiderata di pianta fresca, ben lavata, fino a ottenerne il succo, prenderne 1-4 cucchiai il giorno.

Tintura: mettere a macerare, per 8-10 giorni circa, 20 g di pianta di equiseto essiccata (in particolare preferire i fusti sterili) in 80 g di grappa a moderata gradazione alcolica, filtrare e conservare in una bottiglietta ben chiusa in un luogo asciutto. Prenderne all’occorrenza due cucchiai il giorno.

Decotto per uso esterno: far bollire, per trenta minuti, in mezzo litro di acqua 60-80 g di pianta essiccata di Equiseto, lasciare intiepidire quindi utilizzare per fare lavaggi, sciacqui, gargarismi e applicare compresse.

Salute

Emorragie da ulcere, emorragie emorroidali, uterine e di varia natura, epitassi, mestruazioni troppo abbondanti: co azione antiemorragica e per stimolare la produzione di globuli bianchi e rossi, bere all’occorrenza 2-3 tazze al giorno di decotto di Equiseto, se si desidera, dolcificare con miele, o prendere tre cucchiai al giorno di succo fresco della pianta diluito con un poco di acqua. In caso di emorragie nasali inalare un poco di decotto per uso esterno, mentre per infiammazioni emorroidali fare lavaggi utilizzando una o due tazze di decotto per uso esterno. Se le emorragie non si arrestano chiamare subito il medico.

Ferite, foruncoli, gengiviti, gola arrossata e infiammata, infiammazioni e irritazioni della pelle, piaghe, ulcere aftose e ulcere varicose: con azione cicatrizzante e astringente fare lavaggi e sciacqui delle zone doloranti con il decotto per uso esterno, applicare inoltre compresse (astringenti) e cataplasmi (cicatrizzanti) su piaghe e ferite rinnovando 2-3 volte ogni 20-30 minuti circa.

Fratture ossee, deficit minerale: per migliorare e velocizzare il processo di saldatura ossea e come remineralizzante, assumere dopo i pasti principali 1-2 g di polvere di Equiseto, ottimo rimedio anche per le mamme che hanno appena partorito.

Idropisia, ritenzione di liquidi: come efficacissimo diuretico e depurativo generale dell’organismo assumere una tazza di decotto di Equiseto per uso interno tre volte il giorno, oppure prendere due cucchiai al giorno di tintura, se il sapore è troppo forte diluirla in un poco di acqua e miele.

Bellezza

Bagno rassodante, rinfrescante e remineralizzante: utile per pelli particolarmente rilassate e rugose. Mettere in un sacchettino di tela bianca ben pulita una manciata (30-40 g circa) di fusti sterili di Equiseto essiccati e sminuzzati grossolanamente, chiudere bene il sacchettino con un laccio e metterlo in infusione nell’acqua del bagno molto calda, lasciare a mollo per qualche minuto, quindi immergersi nell’acqua come consueto.

Per rinforzare le unghie fragili: per evitare che le unghie fragili: per evitare che le unghie si spezzino in continuazione occorre nutrirle con un adeguato apporto di sostanze minerali, preparare una tazza di decotto di Equiseto per uso esterno, lasciarlo intiepidire quindi immergervi le mani per 20-30 minuti circa. Ripetere il maniluvio tre volte la settimana.

Casa e giardino

Per pulire le pentole: per evitare di utilizzare la paglietta di ferro strofinare sulle padelle e il vasellame, alcuni gambi di Equiseto privi di foglie ed essiccati in superficie, risciacquare infine con abbondante acqua.

Tintura naturale giallo-panna: per ottenere un bellissimo colore giallo-panna utilizzare gambi sterili freschi di Equiseto, in questo caso il fissativo da utilizzare è l’allume.

In cucina

Le parti d’interesse alimentare di questa pianta sono esclusivamente i fusti fertili, raccolti prima dello sviluppo degli sporangi, che vanno comunque eliminati, i fusti così preparati vanno brevemente lessati, quindi impanati e fritti, oppure consumati come se fossero asparagi.

CURIOSITÀ

L’Equiseto è una pianta erbacea che ha vissuto quasi tutta la storia del mondo vegetale terrestre, infatti, era già presente nel Carbonifero superiore (345 milioni di anni fa circa). Il nome curioso di “Coda Cavallina” deriva dalla quantità di ramoscelli a squamette ispide che assomigliano vagamente ai peli di una coda di cavallo.